La seguente foto è sfocata ma rende l'idea dell'atmosfera simpatica del locale.
Lo Staff è cortese e giovane e la pizzeria è chiaramente per turisti (esteri), poiché non solo non è dotato di forno a legna (è forno elettrico), ma il risultato complessivo della pizza è quello delle surgelate che si comprano al supermercato, di quelle in cui il condimento è MOLTO lontano dal bordo della pizza (la mozzarella copre circa il 75% della superficie, un po' ridotto come condimento). Inoltre, il fondo della pizza è coperto di farina cruda. Perché adagiare la pizza su una spiaggia di farina se non usi il forno a legna?
Lo scontrino è regolare, anche se un piatto di bruschetta al pomodoro (per due persone) è stato fatto pagare 7,50 euro (si tratta di un errore?).
Non è un luogo in cui torneremmo volentieri, anche se non abbiamo avuto modo di provare i primi. Del resto, per essere l'unico ristorante con posto libero di venerdì sera di agosto, un motivo ci dovrà pure essere. Abbiamo infatti passato la serata passata a sentirci dire da una decina di altri ristoranti "tutto completo signori". Grazie comunque per averci ospitato!
]]>Il nome del ristorante "La Parmigiana" deriva delle origini "parmensi" della donna che circa 40 anni fa (scriviamo nel 2014), decise di aprire un ristorante insieme al marito (un ufficiale della marina in servizio a Livorno). Il ristorante divenne famoso nella città e molto frequentato dal personale della marina militare e della marina commerciale. Il classico detto "si va a mangiare dalla Parmigiana" diede quindi inevitabilmente nome al ristorante.
Il cambio di proprietari del locale ha mantenuto il nome originario. Oggi a condurre la ciurma è una simpatica donna toscana che troverete ai fornelli entrando nel ristorante. La vedrete sulla vostra destra grazie alla cucina a vista che da sul corridoio dell'entrata.
All'entrata anche molte foto storiche di Livorno antica, a testimoniare lo stretto legame tra il ristorante e l'area portuale della cittadina. Nelle sale da pranzo è presente un rivestimento ligneo che vi farà credere di essere all'interno di un vecchio galeone, alle cui pareti sono appese fotografie del mondo nautico, antico e recente.
Siamo andati a mangiare dalla Parmigiana con un Livornese D.O.C., che ci ha preparato alla "bassa" estetica del locale, rimasto esattamente a 40 anni prima, con le stesse pareti, gli stessi quadri e lo stesso arredamento, e che ci ha anche avvisato della qualità alta della cucina che avremmo incontrato.
Sulle pareti troverete quadri rari di tempi antichi, quando il vino si esportava con fiaschi su carretti caricati all'inverosimile, quasi in modo circensemente grottesco.
La Parmigiana è infatti un ristorante in cui pranzano e cenano gli indigeni (i livornesi). Tutto è fuorché un ristorante turistico. Noi amiamo mangiare dove mangia la gente del posto e non solo per la garanzia sulla qualità del cibo, ma anche per assicurarci una maggior probabilità di trovare ricette del luogo.
I fritto di calamaretti (non proprio moscardini, ma moscardini in età avanzata) è ottimo anche se molto unto e forse un pochino troppo salato. I ravioli fatti in casa all'arancia con crema di crostacei sono un piatto ricercato, originale e saporito, così come ben riusciti sono risultati gli spaghetti con le vongole senza aglio.
La cucina, dessert compresi, è stata da noi molto gradita, anche se forse il tiramisù senza caffé (così lo fanno a La Parmigiana) era troppo basato sulla crema al mascarpone che sulla struttura portante del biscotto, risultando troppo "mousse" per un tiramisù (e comunque si tratta di un buon dolce). La crema catalana, fatta in casa come molti altri dolci della lista espostaci direttamente dalla titolare, ha un buon sapore anche se è "carica di panna" e quindi è risultata un pochino pesante, in linea con la cucina toscana.
La proprietaria, come dettop sopra, una simpaticissima donna livornese, non si risparmia in consigli utili per realizzare i piatti proposti, svelando ai commensali le ricette e le proporzioni di ciascuna portata.
Cosa dire di male di questo ristorante? Se volessimo soffermarci sull'igiene, probabilmente avremmo dovuto chiamare la ASL e chiedere una visita ispettiva, non tanto della cucina, linda e pinta e a vista, quando dei servizi igienici.
Oltre al "cesso alla turca" che accoglie i maschietti in un bagno pieno di incrostazioni e ruggine, sulle pareti accanto al vostro tavolo, troverete schizzi di sugo e olio mai puliti.
Il locale merita sicuramente una capatina. Ci torneremo volentieri, indipendentemente dall'igiene dei bagni, perché in fondo, amiamo i posti da battaglia, e questo è sicuramente uno di quelli che a riguardo la sa lunga.
Di seguito il menù proposto (cliccare per un ingrandimento) e il vino della casa.
]]>Eccovi il simpatico e accogliente menù in strada, pronto a farsi notare e a tirarvi dentro per la sua preziosa coreografia.
Appena entrerete nel ristorante sarete colpiti dalla vetrina che mostra un presepe fatto di pasta di sale che ritrae lo Staff del ristorante con lo stemma "Santi e Briganti".
Il soffitto è dipinto in modo eccellente, al punto in cui non fotografarlo è impossibile; ritrae un vigneto su di un pergolato in cui si poggiano dei pettirossi e alcune farfalle. Veramente ben disegnato.
Da notare i colori del cielo, delle nuvole perfettamente disegnate, e del fil di ferro spinato su cui si regge la struttura del pergolato.
Si scende poi sui terrazzini che ospitano i tavoli all'aperto. Stretti ma accoglienti, sarete messi a pranzo vista lago, con una splendida atmosfera di campagna a due passi dalla Capitale.
Si passa quindi ai primi. Ottimi i ravioli funghi e tartufi (dal prezzo di 12 euro). Scotte invece le tagliatelle e di sapore scarso. Particolarmente strano e poco esaltante il sapore dell'arrosto con patate.
C'è da dire che i piatti sono tutti ben presentati e molto curati nell'aspetto, quindi ci viene da pensare che abbiamo semplicemente incontrato una "giornata no", perché qui tutto è troppo carino per avere un sapore così mediamente basso. Probabilmente il fatto che siamo arrivati a pranzo alle ore 15:20 e che ci abbiano fatto mangiare comunque, potrebbe avere a che fare con eventuali problemi di una cucina in fase di chiusura.
Ed ecco infine il conto, di un tavolo in cui 4 persone hanno mangiato un piatto a testa. 15 euro per uno spuntino a testa, non sono poi una così grande spesa per aver mangiato in questa simpatica location.
Da notare lo scontrino NON FISCALE che non è stato sostituito da uno scontrino fiscale.
Questo ha fatto la differenza; avremmo potuto tornarci per dargli un'altra possibilità, ma con una chiusura in così basso stile, non credo ci torneremo ancora.
]]>La cena al tavolo non è stata male, se considerato il conto estremamente basso. La pizza a nostro avviso è risultata un pochino acida (pomodoro acidulo), ma sono gusti. A molti piace così e a giudicare dalla gente presente in fila per ordinare le pizze, incontra il gusto degli abitanti della zona.
Simpatico il luogo, gestione familiare e ambiente chiassoso ma simpatico.
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La spiaggia di Sperlonga è a qualche centinaio di scalini al di sotto del ponte, ma non siamo qui per andare in spiaggia, ma per pranzare, sperando di trovare qualche luogo a basso costo, vista la popolarità dell'isola tra i "ricchi". Ecco quindi il menù proposto dal ristorante "Da Martini sul Ponte", dagli antipasti, i primi piatti, ai secondi e i contorni.
All'arrivo del gestore (un ragazzo robusto e di carnagione scura, molto simpatico), chiediamo spiegazioni sul "piatto del giorno", che risulta essere ravioli di pasta al limone, ripieni di salmone, spigola e spinaci, conditi con zucchine e zafferano. Come resistere? Ecco qui sotto la prelibatezza in fotografia. Un piatto unico e originale, ben servito e anche abbondante.
L'altro primo piatto, un fantastico spaghetto con le vongole, è stato da noi richiesto senza aglio, e così è stato realizzato. Qualità della pasta elevata, cotta al dente, e vongole squisite. Quando magicamente tutti gli ingredienti vanno al posto loro e i tempi di cottura sono perfetti ecco cosa accade!
Il secondo è stato leggero, e mangiato solo da uno dei due partecipanti: calamari alla piastra. Ora, essendo io un grande ghiotto di calamari, posso dire di averli assaggiati in ogni porto d'Europa, e questi sono sicuramente i migliori che ho mai mangiato, e fanno a gara solo con quelli presenti nel coccetto di Praha do Guincho, a nord di Cascais, in Portogallo.
Incredibile a dirsi, ma l'insalatina a corredo tagliata fina fina non mi ha dato l'impressione della solita guarnizione estetica e mi ha invogliato a tirarla su insieme ai calamari. Un piatto eccezionale. Quando ti trovi ad avere del pesce fresco in tutte le sue parti, e a vederlo cucinato come si deve, pensi che ancora da qualche parte esista ancora la possibilità di poter mangiare senza essere trattati da turisti. Da Martini sul ponte, questo è ancora possibile.
Ce ne andiamo assicurandoci che i complimenti al cuoco vengano riportati, e con la sicurezza che prima o poi torneremo a gustarci il resto del menù, che siamo sicuri sarà affrontato dai cuochi con la stessa serietà e professionalità con cui sono stati cucinati dei piatti semplici ma molto ben riusciti.
Un ultimo appunto è relativo alla qualità del pane e dell'olio utilizzato per la cottura, che ha reso impossibile non fare la scarpetta; del resto siamo romani, e quindi come non farsi riconoscere?
10 e lode!
]]>Un nuovo servizio di catering e sushi delivery a Roma e per il litorale romano, che si propone l'obiettivo di servire con tradizione e qualità un mercato in crescita del catering a base di sushi e sashimi. Una nuova realtà che si prepara a mettere in discussione gli standard della cucina take away, riconcependo in modo integrale e innovativo il concetto di delivery di un prodotto che richiede massima freschezza espressa, che mantiene la propria qualità solo in determinate condizioni.
Naskostosushi
La vera differenza nel Sushi Catering
]]>Arredamento moderno per un ristorante decisamente da provare, con prezzi medi, e con molte opzioni di scelta (ben 12 primi). Il locale accoglie con una simpatica vetrina illuminata, al cui interno l'arredamento semplice ma d'effetto richiama come odori e come tatto, i legni appena usciti da una falegnameria, donando un senso di "baita moderna" alla grande sala che accoglie gli ospiti.
Unica pecca, le luci molto forti e il chiasso della sala quando si riempie il locale, ma niente di importante o di problematico, quando si mangia bene.
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